Nel recente articolo del giornalista 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐌𝐞𝐜𝐨𝐫𝐢𝐨, pubblicato su 𝐕𝐢𝐭𝐞𝐫𝐛𝐨𝐏𝐨𝐬𝐭, il 20 Agosto 2016, abbiamo esplorato la straordinaria storia e l’ispirazione dietro all’Associazione “𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐨 𝐒𝐞𝐠𝐧𝐨”. Questa Associazione è nata da un profondo desiderio di cambiamento e inclusione. Oggi, ci immergeremo nel passato e scopriremo come questa meravigliosa iniziativa ha avuto inizio.
Il Sogno si chiama “Perchè io Segno”
“Tutte le storie hanno un inizio, la mia comincia con una telefonata e la voce di uno sconosciuto che esordisce dicendo “Dottoressa Cucchi è la Questura di Viterbo, dobbiamo prendere la denuncia di una ragazza sorda, può venire a farle da interprete domani?”.
Superato lo sbigottimento iniziale ho cercato di chiarire l’equivoco, ho spiegato che lavoravo con i sordi, facevo seminari di educazione sessuale in giro per l’Italia ma non ero assolutamente interprete, e soprattutto che non tutti i “segnanti” potevano intervenire in una situazione ufficiale. Il problema rimaneva. Trovare un’interprete disponibile sull’intera provincia di Viterbo è infatti una mission impossibile in tempi tanto brevi.
Da quella esperienza ho capito che la vita di un sordo è davvero dura se deve far valere i suoi diritti; ero abituata alle loro difficoltà quotidiane, condivido le mie giornate con Federica, che è sorda da quando aveva un anno di vita ma fin lì non avevo mai visto da vicino necessità giudiziarie.
Così ci siamo guardate e la decisione era presa, piccola conversazione concitata in Lis, occhi sgranati dei clienti del bar San Marco, attiriamo sempre un pochino d’attenzione, e le basi dell’associazione culturale erano gettate.
A tre mesi da quella telefonata abbiamo un nome, “Perché io Segno”, e stiamo per avviare i corsi che formeranno i futuri interpreti ed assistenti alla comunicazione. È dura, la burocrazia è tanta, ma siamo fiduciose che in tempi brevi avremo tante mani in giro che esprimeranno concetti forti e aiuteranno chi purtroppo non può avvalersi dell’udito.
Se qualcuno volesse intraprendere questo percorso o semplicemente avesse voglia di conoscere una lingua nuova e affascinante ci contatti: percheiosegno@gmail.com”
Questa è la storia di 𝐑𝐚𝐟𝐟𝐚𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐋𝐮𝐝𝐨𝐯𝐢𝐜𝐚 𝐂𝐮𝐜𝐜𝐡𝐢 e 𝐅𝐞𝐝𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐌𝐢𝐫𝐚𝐥𝐥𝐢.